La Chiesa Madre venne costruita nei primi del secolo XIII (c.1314) su una preesistente cappella dedicata alla Vergine Assunta, per volere di Federico III d’Aragona che risiedette ad Erice per un breve periodo, durante la guerra del Vespro.
Dopo vari restauri, aggiunte, rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli, fu radicalmente rinnovata nella seconda metà del secolo XIX , e assunse l’attuale aspetto neogotico, conferitole dall’architetto napoletano Dominici tra il 1852 e il 1862.
Dell’antica costruzione rimangono: la pianta a tre navate, le colonne reggenti archi ad ogiva, quattro cappelle cinquecentesche.
La facciata conserva le forme originarie nel portale ogivale chiaramontano con decori a zig zag: il pronao è una aggiunta del sec. XV, la scalinata è del 1769, il rosone è stato realizzato nel 1954. Incastrate sulla parete esterna, lato sud, sono nove croci greche, provenienti, secondo la tradizione, dal tempio di Venere; sulla parete settentrionale dell’edificio si trova inoltre un portale catalano decorato con bugne a punta di diamante.
Al suo interno si conservano pregevoli sculture dei secoli XV e XVI, tra cui la statua marmorea raffigurante una Madonna con Bambino ( sec. XV), riproducente la Madonna di Trapani, attribuita ora a Francesco Laurana, ora a Domenico Gagini, e la grande icona marmorea con al centro la Madonna in trono con il Bambino, datata 1513, attribuita allo scultore carrarese Giuliano Mancino.
Nella navata sinistra tre cappelle cinquecentesche, collegate fra loro, quasi a formare un unico ambiente, sono ora adibite a sede del Tesoro della Madrice, consistente in oggetti liturgici in argento, tra cui: un reliquiario di Pietro Lazzara, una statua di San Antonio Abate del trapanese Pietro Orlando (1699) sculture e dipinti provenienti da chiese e monasteri ericini soppressi, paramenti sacri e paliotti.
Accanto alla chiesa si erge l’alto campanile (m. 28), sorto come torre di avvistamento al tempo della guerra del Vespro, verso la fine del secolo XIII, poi trasformato in torre campanaria.
Ha base quadrata (m.8 di lato) e si sviluppa su tre piani, ognuno dei quali è occupato da una sala con volta a botte.
Vi si aprono finestre monofore (al primo piano) e bifore di gusto gotico chiaramontano; fu anche destinato a carcere del tribunale ecclesiastico. Una scala con 113 scalini porta in cima.