Culto pagano Venere ericina

Il culto pagano della Venere ericina

Le testimonianze storiche indicano che nel sito in cui oggi sorge il castello normanno era ubicato un santuario sicano-elimo al quale, in epoca romana, si sovrappose un tempio di modeste dimensioni, dedicato alla Venus Ericina.
Il culto della divinità fu iniziato dai Sicani, i quali elevarono una piccola ara all’aperto nel centro del “thèmenos” ossia un recinto sacro.

Successivamente gli Elimi e i Fenicio-Cartaginesi mantennero il culto della dea e incrementarono la fama del santuario, che divenne famoso tra tutti i popoli del Mediterraneo.

I punici identificarono la dea nella loro Astarte e introdussero usi e riti orientali come la prostituzione sacra e l’allevamento di colombe che per tutto l’anno svolazzavano attorno alle mura del santuario: verso la fine di agosto, guidate da una di loro dalle penne rosse, simboleggiante Venere, avveniva la partenza (anagogia) per la Libia (o per la Colombaia).
Durante la loro assenza, il santuario veniva addobbato a festa e al ritorno (katagogia) iniziavano le feste, mentre le colombe sostavano sulle mura dell’edificio sacro.

Dopo i Romani il tempio decadde rapidamente, fino all’arrivo dei Normanni che ne fecero una delle roccaforti più importanti dell’isola.

FEAMP 2014/2020 - Priorità 4 - Misura 4.63 | Azione 2.B.I: Azione di ingegnerizzazione degli itinerari locali del gusto