Chiesa di San Martino

Chiesa di San Martino

La primitiva chiesa di San Martino, di piccole dimensioni, fu fondata probabilmente dal conte Ruggero il Normanno e rinnovata nel periodo gotico; ricostruita e ampliata nel 1682, venne ulteriormente rimaneggiata nel secolo XVIII e decorata con stucchi e con affreschi realizzati dai fratelli Manno.

La chiesa, per la sua importanza storica, artistica e religiosa, ha svolto nei secoli la funzione di Chiesa Madre, allorquando quest’ultima non è stata funzionante; durante gli anni del Risorgimento è stata inoltre  testimone di avvenimenti politici locali.

La facciata molto semplice è arricchita dalla presenza di un portale settecentesco recante nel timpano l’effigie del Santo titolare.
L’interno ha pianta basilicale con due file di colonne tuscaniche, transetto, cupola e copertura della navata centrale con volta a botte lunettata. Particolarmente interessante è la pavimentazione in parte formata da lastre tombali dei secoli XVII e XVIII: la restante parte è ora ricoperta da mattonelle maiolicate, riproducenti il disegno originale settecentesco (autentico solo nei pressi degli altari laterali).

Nel terzo altare è un interessante dipinto cinquecentesco su pietra lavagna, raffigurante la Madonna delle Grazie, rimaneggiato nel secolo XVIII per rendere l’immagine simile alla Madonna di Custonaci.
L’abside quadrata ospita: un coro ligneo rococò (1761) del parmense Leonardo Castelli, autore anche del pulpito.

Adiacente alla sagrestia della chiesa è la Sala della Congrega del Purgatorio, un raccolto oratorio settecentesco di chiaro gusto rococò, decorato con stucchi, affreschi di Antonio Manno; interessante l’arredo con macchina d’altare e sedili addossati alle pareti, in legno dipinto. Interessante inoltre il piccolo attiguo chiostro cinquecentesco. Nei locali adiacenti alla chiesa è oggi ospitata  una importante raccolta di sculture lignee tra cui  il gruppo San Martino a cavallo dell’ericino Gianmatteo Curatolo (1556).

FEAMP 2014/2020 - Priorità 4 - Misura 4.63 | Azione 2.B.I: Azione di ingegnerizzazione degli itinerari locali del gusto