SAN VITO LO CAPO
“Terra di cielo e di mare”, “gioiello splendente” per luce e colori, “meta tra sogno e desiderio” mare limpidissimo, natura incontaminata, “rena impalpabile”, da fare invidia ai più rinomati paradisi dei mari del sud e quante altre definizioni ancora si potrebbero riferire a questo borgo incantato, disteso e racchiuso in una baia sulla costa nord occidentale della Sicilia compreso tra le Riserve Naturali dello Zingaro e di Monte Cofano, in un territorio tra i più suggestivi della Sicilia e del Mediterraneo.
Nella ridente cittadina mare e sole sono protagonisti, associati a storia natura e monumenti, ma anche all’ospitalità sincera degli abitanti e alla gastronomia ricca e fantasiosa.
Immersa in un paesaggio costellato da rocce alte, spiaggette e scogli appuntiti, grotte, bagli e torri, San Vito accoglie con la stupenda costa di Makari e il bastione di Monte Monaco con il pizzo omonimo che, a seconda da dove si guarda, assume ora la forma di un prete in preghiera, ora di un cane in corsa.
Dalla sommità del monte, raggiungibile attraverso sentieri, unica e irripetibile è l’emozione che si prova alla vista dall’alto dei tre golfi insieme, di Castellammare, San Vito e Cofano, e nelle giornate di grande visibilità, anche dell’isola di Ustica.
La storia della città è legata a San Vito che, secondo la tradizione, si soffermò a Egitarso o Egitallo, denominazione romana del sito, nel III secolo d.C.
Robusto e solenne nel suo aspetto di fortezza nella piazza principale si erge il santuario-fortezza dedicato a San Vito, sorto presumibilmente nel secolo XV, inglobando le strutture di una preesistente chiesa paleocristiana e rafforzato nel secolo XVI. Dalle terrazze del santuario si gode dello stupendo panorama sulla spiaggia, lunga tre chilometri, sul mare azzurro e sulla cittadina, della quale si apprezza l’impianto regolare con case basse e vie rette e parallele.
A Santa Crescenzia, nutrice di S. Vito, è dedicato un piccolo suggestivo edificio a pianta quadrata, un originale esempio di architettura di fine secolo XV-inizi XVI, con influenze arabe, normanne e gotiche, dalla particolare soluzione della cupola, sostenuta da trombe a ventaglio.
Lungo la fascia costiera si ergono le torri Scieri, Mpisu e Isulidda, realizzate nel secolo XVI per avvistare la presenza dei pirati che infestavano il mare Mediterraneo; nel Golfo del Secco si trova l’impianto a terra di una dismessa tonnara, documentata fin dal 1412.